DESIGN THINKING CREA

2 Mag 2017 | Blog

DESIGN THINKING,
by ETASS

Intervista a Laura Colombo

su CREA Conference e progetti futuri

Prendere decisioni, risolvere problemi e ripensare i processi facendo ricorso a un mix vincente fra pensiero creativo e metodo scientifico, organizzando team di lavoro in grado di raggiungere obiettivi concreti in modo sistematico e scevro da ostacoli ed errori, incentrando strategie e azioni intorno alla persona: questo è ciò che si presta a fare il Design Thinking.

Non è facile, ne immediato, riuscire a confinare questo concetto in un perimetro ben definito, ma noi proveremo adesso a farlo sfruttando l’esperienza della dott.ssa Laura Colombo, CEO di ETASS, che ha da poco partecipato all’evento CREA Conference a Sestri Levante. Come il nome stesso suggerisce, si tratta di un appuntamento – il più importante in Europa – dedicato alla creatività e all’innovazione, con particolare attenzione all’apprendimento e all’applicazione di metodi, strumenti e tecniche per lo sviluppo del pensiero creativo

Dott.ssa Colombo, scelga tre aggettivi per descrivere questa esperienza innovativa e di respiro internazionale.

LC – Rainer Maria Rilke (Ndr. Scrittore, poeta e drammaturgo del XX secolo) diceva di avere pazienza con tutto ciò che di irrisolto abbiamo nel cuore e di cercare di amare le questioni aperte, le domande. Viva le domande! Dopo questa premessa che mette al centro di tutta l’esperienza il senso e l’importanza della scoperta, le indico le tre parole che mi ha richiesto: Empatia, Collaborazione, Innovazione.

Empatia perché fondamentale nel design thinking è l’entrare in sintonia con l’User per giungere a prototipare un’idea veramente funzionale e creativa. Per provarlo abbaimo fatto un’esperimento molto forte: tutti insieme in un quadrato con uno spazio disponibile per ciascuno molto ristretto. La domanda era: come si sente un’orca in un parco acquatico? Come ti senti tu lì ora? Che emozioni provi, cosa desideri, cosa ti servirebbe, cosa vorresti fare?

Collaborazione perché Il DT è giocato in contino scambio tra i soggetti chiamati a contribuire in funzione di eccellenze, emozioni, ruoli. Senza collaborazione non c’è definizione di focus, non c’è convergenza, non si crea valore aggiunto.

Innovazione perché per giungere all’inconsueto bisogna avere il coraggio di spogliarsi, mettersi in relazione peer2peer, ascoltare, analizzare, lasciar uscire, raffinare. Fondamentale è abolire il giudizio, verso di noi e verso gli altri, viceversa le azioni saranno fortemente condizionate e mai veramente libere.

 

 L’atmosfera del CREA è pazzesca, 275 persone di 26 differenti paesi, una bolla totalmente astratta dall’ambiente ci ha inglobato e per quattro giorni ci ha tenuti racchiusi in un mondo unico e particolare. composta da .

Cosa ha portato a casa
da questa esperienza?

LC – Stupore e coraggio: lo stupore dato dalle scoperte – lo steso ambiente mi ha calato in una dimensioni di diversity oltre l’immaginabile per età, religione, formazione, cultura, – e in più lo stupore della scoperta di cose e risorse nuove. Coraggio perché mi sono resa conto di non avere paura di rimanere “nuda” di fornte all’incognito, ma anzi di essere continuamente – ineluttabilmente – attratta dalla scoperta.

Quando parliamo di Design Thinking, in buona sostanza,
di cosa stiamo parlando?
A primo impatto può sembrare qualcosa di difficile comprensione.

LC – E’ difficile perché si tratta di un mindset, non di uno strumento, lo strumento è una parte di tutto ciò che il Design Thinking rappresenta.

La sua partecipazione alla CREA Conference lascia immaginare
un impegno di ETASS in tal senso:
è corretto? Di che si tratta?

LC – Già dallo scorso anno abbiamo cominciato a fare delle sperimentazioni interne sulla portata della metodologia in ambito didattico: da allora io ho iniziato un percorso di studio ed approfondimreto che è culminato con la partecipazione alla CREA.

Il metodo è molto effective ed emozionalmente impattante, si presta a numerose applicazioni e contestualizzazioni in ambito business.

Il primo segno del programma che svilupperemo con le Aziende è il prossimo corso previsto per il 26 maggio a Milano. Oltre a ciò porterò la metodologia anche nelle aule Universitarie del corso di Europrogettazione che terrò il 12 e 13 maggio presso l’Università Mediterranea con la prof Michela Mantovani.

Un percorso, quindi, che porta a destinazione percorrendo strade innovative che da qualche parte esistono già: vanno solo coraggiosamente scoperte, tramite un percorso fatto di collaborazione, stupore e creatività. Un approccio che vede l’uomo al centro, e che ETASS – che mette da sempre al centro l’uomo e il suo sviluppo – ha scelto di percorrere con spirito d’avanguardia.

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